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Tollerabilità della terapia infiltrativa con cortisonici o anestetici locali

14 gennaio 2012

Le iniezioni di corticosteroidi o anestetici locali raramente  possono dare luogo a eventi secondari, che sono comunque transitori e di lieve entità. Pur non essendoci rischi specifici, per vari motivi è meglio evitare i trattamenti in corso di gravidanza e allattamento. Effetti secondari, comunque, sono sempre possibili, e si distinguono in due grandi categorie, locali e sistemici.

Effetti locali
Nella maggior parte dei casi sono dovuti a iniezioni di dosi o volumi eccessivi o a intervalli troppo ravvicinati.
– Aumento del dolore dopo l’iniezione: avviene di solito dopo un’iniezione nei tessuti molli e raramente dopo un’iniezione intrarticolare; sembra dovuta a un rapido assorbimento intracellulare di esteri microcristallini di corticosteroidi.
– Atrofia sottocutanea e/o depigmentazione cutanea: questi fenomeni solitamente avvengono in caso di iniezioni superficiali, in pazienti a pelle scura.
– Sanguinamento o ecchimosi: può avvenire nel sito di iniezione in soggetti trattati con anticoagulanti orali, acido acetilsalicilico, Fans con attività antipiastrinica significativa come il naprossene.
– Calcificazione dei tessuti molli: è una possibile complicanza dell’iniezione dei corticosteroidi nelle articolazioni interfalangee artrosiche, forse per fuoruscita  dei cortisonici dovuta a un aumento della pressione intra-articolare. Tali calcificazioni non provocano per effetti deleteri.
– Artropatia steroidea: è una possibile complicanza che è facilmente prevenibile avendo l’accortezza di distanziare le iniezioni di un intervallo di almeno 3 mesi.
– Rotture e atrofie tendinee: le prime possono essere provocate dai corticosteroidi e sono prevenibili effettuando iniezioni peritendinee. Le seconde possono insorgere in caso soprattutto di iniezione di anestetici locali in modo troppo circoscritto; per questo viene consigliata la tecnica “a ventaglio”, che prevede cioè un movimento orizzontale dell’ago inserito con distribuzione del farmaco su un’area più ampia.
– Infezione articolare: è una complicanza molto rara ma estremamente grave. Le cause sono poco chiare: potrebbero essere dovuta al trascinamento con l’ago di frammenti di pelle, oppure all’effetto immunosoppressivo dei cortisonici che favoriscono l’arrivo ematogeno dell’infezione da altri distretti. In ogni caso, questo tipo di infezione va riconosciuta subito. Elementi che inducono a sospettarla sono un gonfiore al sito d’iniezione, un aggravamento del dolore, la comparsa di febbre o di sintomi sistemici come cefalea e sudorazione, una disfunzione della parte affetta. In questi casi si impone un rapido ricovero ospedaliero dove l’aspirazione diagnostica del liquido intrarticolare e una coltura saranno fondamentili, dato che i segni alla Rm possono essere nulli in fase precoce. I germi più frequentemente coinvolti sono: S. aureus, E. coli, H. influenzae, M. tubercolosis. Tra i maggiori fattori di rischio vanno ricordati la presenza di protesi, le neoplasie ematologiche, una terapia corticosteroidea per via orale in atto, la presenza di diabete.

Effetti sistemici
Sono tutti molto rari e la loro gravità è estremamente variabile.
– Vampata vasomotoria al viso: interessa al massimo il 5% dei pazienti ed è il più frequente disturbo sistemico; dura al massimo 1 o 2 giorni.
– Perdita del controllo diabetico: in caso di iniezioni di corticosteroidi, si può avere un transitorio innalzamento della glicemia per una settimana circa. Bisogna avvertirne il paziente e il curante.
– Irregolarità mestruali: il meccansimo attraverso cui si manifesta questo disturbo non è noto.
– Soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisario: può aversi dopo un’iniezione intrarticolare o intramuscolare di corticosteroidi, ma solitamente non determina conseguenze cliniche significative.
– Caduta significativa dei livelli ematici di proteina C reattiva e della velocità di eritrosedimentazione: questi parametri, indicativi della risposta al trattamento in caso di artrite infiammatoria, possono ridursi stabilmente per 6 mesi dopo iniezione intrarticolare di cortisonici. Occorre pertanto tenerne conto ed eventualmente avvertire il paziente e il curante.
– Anafilassi: reazioni gravi agli anestetici locali sono rare ma possono essere letali e vanno trattate subito con iniezione intramuscolare di adrenalina. Quelle ai cortisonici locali sono possibili ma spesso sono dovute agli stabilizzatori con cui sono miscelati nella siringa.