Alcuni tratti radiografici caratteristici potrebbero avere un ruolo importante sulla decisione terapeutica di ricorrere alla viscosupplementazione con acido ialuronico (HA) nei pazienti affetti da osteoartrosi all’anca.
Lo dimostrano i risultati di uno studio pilota, in aperto, multicentrico, osservazionale e prospettico, di recente pubblicazione su BMC Musculoskeletal Disorders.
Razionale dello studio
“Per quanto la viscosupplementazione (VS) con HA sembri efficace nel trattamento dell’OA all’anca di grado lieve-moderato, i dati di letteratura al riguardo sono confliggenti tra loro, portanto gli esperti a concludere che, allo stato attuale, non esistono ancora sufficienti evidenze per raccomandare questa opzione terapeutica nella gestione dell’OA all’anca sintomatica – scrivono gli autori nell’introduzione al lavoro”.
Un’analisi più attenta della letteratura, tuttavia, suggerisce che la maggior parte degli studi con esito negativo del trattamento sopra descritto non rispettavano nè il numero appropriato di infiltrazioni previsto (una iniezione di HA cross-linked o 3 infiltrazioni settimanali di HA non cross-linkato) né le indicazioni appropriate al trattamento (OA di grado lieve-moderato).
Al contrario, uno studio italiano condotto su una coorte di 1906 pazienti (4.002 infiltrazioni) ha suggerito l’esistenze di un beneficio duraturo derivante dal ricorso alle infiltrazioni ecoguidate di HA (2).
“Sulla base di una review di letteratura – continuano i ricercatori – il punto attualmente di massimo accordo tra gli esperti riguarda la necessità di non raccomandare il ricorso a questa opzione terapeutica nei pazienti con OA all’anca di grado severo, prossimi all’intervento di artroplastica dell’anca”.
L’assenza di studi controllati e randomizzati prospettici come di studi finalizzati all’analisi dei fattori predittivi di risposta alla VS in base al fenotipo di OA ha sollecitato la messa a punto di questo studio osservazionale, prospettico, disegnato da ricercatori afferenti al gruppo per l’OA in seno alla Società Francese di Reumatologia, che si è proposto di individuare, nella pratica clinica reale, i fattori clinici, radiografici e tecnici che potrebbero influenzare, in senso negativo o positivo, la risposta alla VS in pazienti con OA all’anca.
Disegno dello studio
Sono stati reclutati a tal scopo 97 pazienti con OA all’anca (57 donne, età media del campione pari a 63 anni). Questi sono stati trattati con una singola infiltrazione ecoguidata di un HA cross-linkato e combinato con mannitolo (Hanox-M-XL).
I ricercatori hanno valutato i punteggi WOMAC relativi al dominio “dolore” e “funzione” ed eseguito una valutazione globale del paziente (PGA) al basale e dopo 90 giorni.
Inoltre, sono state registrate, sempre a 3 mesi, le risposte riferite dai pazienti in merito al miglioramento percepito, al grado di soddisfazione e all’efficacia del trattamento.
Le radiografie iniziali dell’anca sono state sottoposte a valutazione mediante punteggi basati sul grado Kellgren-Lawrence e in base ai criteri OARSI. Le associazioni tra le caratteristiche cliniche e radiografiche e la risposta alla VS (miglioramento del dolore >50% a 90 giorni) sono state oggetto di valutazione in un’analisi univariata, a cui ha fatto seguito un’analisi di regressione logistica aggiustata in base alla presenza di fattori confondenti.
Risultati principali
Su 97 pazienti inizialmente reclutati al trattamento, 90 hanno portato a termine il follow-up e di 80 di questi erano noti i dati clinici e radiografici completi.
Dall’analisi dei risultati è emerso che la risposta alla VS era stata raggiunta in quasi la metà del campione di pazienti trattati (47,8%). L’analisi univariata ha documentato che il solo outcome clinico statisticamente e negativamente correlato con la risposta al trattamento era rappresentato dal punteggio PGA al basale (p=0,047).
Passando ai dati radiografici, la risposta alla VS è risultata negativamente correlata con il punteggio JSN di restrizione della rima articolare (JSN < 2 vs. JSN ≥ 2, p = 0,01) e legata ai pattern di migrazione della testa del femore (p=0,008).
All’analisi multivariata, tuttavia, solo il il punteggio JSN (p=0,03) è risultato correlato in modo significativo ad una cattiva risposta alla VS.
Implicazioni dello studio
Nonostante il limite intrinseco rappresentato dalla scarsa numerosità del campione di pazienti considerato, i risultati di questo studio, avente lo scopo di identificare i fattori predittivi di risposta di una singola iniezione di HA in pazienti con OA all’anca ha chiaramente evidenziato il ruolo chiave della severità dell’OA come predittore di efficacia.
“Più che il grado KL, che è un indice composito che prende in considerazione sia la JSN che gli osteofiti, dai dati dello studio sembra emergere, invece, che è la severità di JSN il miglior predittore di efficacia – scrivono gli autori nella discussione dello studio”.
“Nel nostro studio – continuano i ricercatori – i pazienti con JSN classificato OARSI 2 e 3 presentano un tasso di successo terapeutico più basso rispetto a quelli con JSN classificato OARSI 0 e 1”.
In conclusione, lo studio, condotto nella pratica clinica quotidiana, ha dimostrato che la VS con Hanox-M-XL è in grado di ridurre della metà il dolore percepito in più della metà dei pazienti con OA all’anca. Il tasso migliore di successi terapeutici è stato ottenuto nei pazienti con JSN lieve-moderata, qualli con dolore e disabilità moderati, e in caso di migrazione della testa femorale superomediale e assiale.
Sulla base di questi risultati è ora possibile mettere a punto un trial controllato vs. placebo finalizzato a determinare la reale efficacia della VS a carico dell’articolazione dell’anca.
Bibliografia
Eymard F et al. Predictors of response to viscosupplementation in patients with hip osteoarthritis: results of a prospective, observational, multicentre, open-label, pilot study. BMC Musculoskelet Disord. 2017; 18: 3.
Leggi
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29 ottobre 2017