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Infiltrazioni: Polso

Le ossa del carpo

Il carpo, che – nell’ambito della struttura complessiva della mano – forma il polso, comprende 8 ossa disposte in due file, una prossimale e una distale.
Della prima fanno parte l’osso scafoide, il semilunare, il piramidale e il pisiforme.
Nella fila distale invece si trovano l’osso trapezio, il trapezoide, il capitato e l’uncinato.

L’articolazione con l’avambraccio (radio-carpale)

Il carpo entra in articolazione diretta con l’epifisi distale del radio, con il quale instaura l’articolazione radio-carpale, che si stabilisce tra le ossa della fila prossimale del carpo, che riunite assieme ne formano il condilo, e la cavità glenoide costituita dalla superficie articolare carpale del radio ed il legamento triangolare.
Anteriormente e posteriormente la capsula articolare origina dal contorno della faccia articolare carpale del radio e dal margine anteriore e posteriore del legamento triangolare, per inserirsi al margine anteriore e posteriore delle faccette articolari radiali del navicolare, del semilunare e del piramidale.
Lateralmente origina dal processo stiloide del radio, e si inserisce al margine laterale della faccetta articolare radiale del navicolare.
Medialmente origina dal processo stiloide dell’ulna, e si inserisce al margine mediale della faccetta articolare radiale del piramidale.
Distalmente la cavità articolare si chiude tramite i legamenti interossei che, tendendosi tra i margini delle faccette articolari radiali delle ossa della fila prossimale del carpo, ne fanno un unico corpo e contribuiscono a separare l’articolazione radio-carpale dall’articolazione mediocarpale.

L’ulna, ossia l’altro osso dell’avambraccio, non si articola direttamente con il carpo ma ne è separato mediante un disco articolare, denominato legamento triangolare dell’articolazione radio-ulnare distale.

Le articolazioni con la mano (carpo-metacarpali)

L’articolazione carpo-metacarpale è formata da più articolazioni, tutte artrodie, accomunate da un’unica capsula articolare. In particolare si distinguono:

  • le articolazioni carpo-metacarpali proprie, che si stabiliscono tra ciascuna delle ossa metacarpali e le ossa del carpo che con essa si articolano.
  • le articolazioni intermetacarpali, che si stabiliscono tra le faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.

Allo stesso modo sono individuabili più porzioni della capsula articolare:

  • una porzione carpo-metacarpale, che origina dai margini delle faccette articolari matacarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato e si inserisce ai margini delle faccette articolari carpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
  • una porzione intermetacarpale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.

L’articolazione carpo-metacarpale mediale

L’articolazione carpo-metacarpale è formata da più articolazioni, tutte artrodie, accomunate da un’unica capsula articolare. In particolare si distinguono:

  • le articolazioni carpo-metacarpali proprie, che si stabiliscono tra ciascuna delle ossa metacarpali e le ossa del carpo che con essa si articolano.
  • le articolazioni intermetacarpali, che si stabiliscono tra le faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.

Allo stesso modo si possono individuare più porzioni della capsula articolare:

  • una porzione carpo-metacarpale, che origina dai margini delle faccette articolari metacarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato e si inserisce ai margini delle faccette articolari carpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
  • una porzione intermetacarpale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.

L’articolazione carpo-metacarpale laterale

A differenza delle articolazioni carpo-metacarpali mediali, è un’articolazione a sella e pertanto possiede una maggiore mobilità.
Si instaura tra la faccetta articolare metacarpale laterale del trapezio e la superficie articolare carpale della base del primo osso metacarpale.
La capsula si tende tra il margine palmare, dorsale, mediale e laterale delle faccette articolari del trapezio e della base del primo osso metacarpale.
Talvolta l’articolazione può essere completata anteriormente dalle due ossa sesamoidee comprese nei tendini del muscolo flessore breve del pollice e del muscolo adduttore del pollice.

Le articolazioni del polso (intercarpiche)

Le articolazioni intercarpiche vengono distinte in:

– articolazioni reciproche delle ossa della fila prossimale del carpo;

– articolazioni reciproche delle ossa della fila distale;

– articolazione mediocarpica (tra le due fila delle ossa del carpo).

Le articolazioni reciproche delle ossa della fila prossimale del carpo comprendono quelle tra osso scafoide, osso semilunare e osso piramidale, e l’articolazione dell’osso pisiforme.

• Le articolazioni tra scafoide, semilunare e piramidale sono due artrodie, con faccette articolari piane, verticali, che si trovano nella parte inferiore delle superfici di contatto tra le ossa in quanto la parte superiore dà attacco ai legamenti intercarpici. La capsula articolare è incompleta e quindi la cavità delle due articolazioni comunica con quella dell’articolazione mediocarpica.? I legamenti intercarpici sono distinti in interosseo, volari e palmari.

• I legamenti interossei sono due: uno si trova tra scafoide e semilunare e l’altro tra semilunare e piramidale; occupano la parte alta della superficie di contatto tra le ossa contigue e sono lassi.

• I legamenti volari sono tre; due di essi sono profondi e si tendono tre le facce volari dello scafoide e del semilunare e, rispettivamente, del semilunare e del piramidale. Il terzo legamento volare è superficiale e va dallo scafoide al piramidale.

• La membrana sinoviale continua con quella dell’articolazione mediocarpica.

• L’articolazione del pisiforme si stabilisce fra quest’osso e la faccia anteriore del piramidale. Le superfici articolari, pressoché piane, sono ovali, con il grande asse verticale.? I mezzi di unione sono rappresentati dalla capsula articolare e da legamenti a distanza.? La capsula articolare è propria dell’articolazione e delimita una cavità che talvolta comunica con quella dell’articolazione radio-carpica.? I legamenti a distanza sono tre di cui uno è superiore e fa parte del collaterale ulnare dell’articolazione radio-carpica, due sono inferiori e prendono il nome di legamento pisouncinato e legamento pisometacarpico in quanto vanno dall’osso pisiforme all’uncino dell’osso uncinato e alla base del 5° osso metacarpale.

Le articolazioni reciproche delle ossa della fila distale del carpo comprendono tre artrodie che si stabiliscono fra trapezio, trapezoide, capitato e uncinato. Le superfici articolari sono piane, verticali orientate sagittalmente e si trovano sulle facce di contatto fra le varie ossa. ?Il mezzo di unione è dato da una capsula articolare che è incompleta e consente numerose comunicazioni con le cavità dell’articolazione mediocarpica e di quelle carpo-metacarpiche; nella parte fibrosa della capsula si individuano vari legamenti, distinti in interossei, volari e dorsali.? I legamenti interossei sono tre e si trovano sulla parte distale delle superfici di contatto, in vicinanza delle articolazioni carpo-metacarpiche. ?I legamenti volari sono tre e vanno dalla faccia anteriore di un osso a quella del segmento continuo. ?I legamenti dorsali sono tesi fra le facce posteriori delle ossa distali.

L’articolazione medio-carpica interessa le ossa delle due file, con l’eccezione del pisiforme, e può essere considerata come la giustapposizione di due condiloartrosi che delimitano un’interlinea articolare molto irregolare, a forma di S orizzontale.? Nella condiloartrosi laterale il condilo è dato dalla superficie distale dello scafoide divisa da una cresta sagittale in due faccette che corrispondono al trapezio e al trapezoide che, con le loro facce prossimali, delimitano una cavità glenoidea.? La condiloartrosi mediale è inversa alla precedente; il condilo, cioè, è formato dalla testa del capitato e dell’uncinato e la cavità glenoidea, molto ampia, è formata dalla partecipazione di tutte e tre le ossa della fila prossimale. ?I mezzi di unione sono dati da una capsula articolare la cui parte fibrosa si ispessisce a formare i legamenti volare, dorsale e collaterali (radiale e ulnare). ?Il legamento volare prende il nome di legamento raggiato del carpo; origina dalla faccia volare del collo dell’osso capitato e diverge in fasci superiori, laterali e inferiori; i fasci superiori vanno a fissarsi allo scafoide e al piramidale; i fasci laterali fanno parte dei legamenti intercarpici volari che si tendono tra le ossa della fila distale; i fasci inferiori si portano alla base del 2°, 3° e 4° osso metacarpale.?Il legamento dorsale parte dalla faccia dorsale del piramidale e si porta in basso e in fuori per giungere al trapezio e al trapezoide.? Il legamento collaterale radiale è breve e robusto e va dal tubercolo dello scafoide alla parte esterna del trapezio; il collaterale ulnare si tende dal piramidale all’uncinato.? La membrana sinoviale continua con quella delle articolazioni sottostanti.

I legamenti dell’articolazione del polso e del carpo

I legamenti dell’articolazione del polso e del carpo sono costituiti da una serie di legamenti intrinseci che contribuiscono a rinforzare ciascuna delle capsule articolari che si succedono lungo il polso ed il carpo. L’articolazione del polso, nel suo complesso, è rinforzata dal legamento trasversale del carpo, dal legamento dorsale del carpo, dal ligamentum collaterale carpi ulnare e dal ligamentum collaterale carpi radiale.

Legamenti radio-ulnari

Sono compresi nell’articolazione radio-ulnare distale. Rilevanti per l’articolazione del polso è il legamento triangolare, che separa l’ulna dalle ossa del carpo e contribuisce a formare nella porzione mediale la cavità articolare radio-carpale.

Legamento radio-carpale palmare

Origina dal processo stiloide del radio e dal margine anteriore della cavità articolare carpale del radio e va a inserirsi sulla superficie anteriore del semilunare e della testa del capitato.

Legamento radio-carpale dorsale

Origina dal processo stiloide del radio e dal margine posteriore della cavità articolare carpale del radio e si inserisce sulla superficie dorsale del navicolare, del semilunare e della testa del capitato.

Legamento radio-carpale collaterale

Il legamento collaterale radio-carpale origina dall’apice del processo stiloide del radio si inserisce alla superficie laterale del navicolare sul tubercolo del navicolare. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente la cavità articolare radio-carpale.

Legamento ulno-carpale

Origina dal margine anteriore della faccetta articolare della testa dell’ulna, si inserisce prima al margine anteriore del legamento triangolare e da qui si porta alla superficie anteriore del semilunare e della testa del capitato.

Legamento ulno-carpale collaterale

Il legamento collaterale ulno-carpale origina dall’apice del processo stiloide dell’ulna e si inserisce con due distinti fasci alla superficie mediale del pisiforme e del piramidale. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente la cavità articolare radio-carpale.

Legamenti intercarpali prossimali

I legamenti intercarpali prossimali si stabiliscono tra le ossa della fila prossimale del carpo e contribuiscono a rafforzare la porzione prossimale della capsula articolare dell’articolazione mediocarpale. Si distinguono tre tipi di legamenti intercarpali:

legamenti intercarpali interossei, che si tendono tra il margine prossimale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a separare la cavità articolare radio-carpale dalla cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale interosseo scafo-semilunare e il legamento intercarpale interosseo lunato-piramidale.

legamenti intercarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Ne esistono due: il legamento intercarpale palmare scafo-semilunare ed il legamento intercarpale palmare lunato-piramidale.

• legamenti intercarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere posteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale dorsale scafo-semilunare ed il legamento intercarpale dorsale lunato-piramidale.

Legamenti mediocarpali

I legamenti intercarpali mediocarpali si stabiliscono tra le ossa della fila prossimale e quelle della fila distale del carpo. Questi legamenti contribuiscono a rafforzare la porzione mediocarpale della capsula articolare dell’articolazione mediocarpale. Si distinguono due tipi di legamenti mediocarpali:

legamenti mediocarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari mediocarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano cinque: il legamento mediocarpale palmare trapezio-navicolare, il legamento mediocarpale palmare trapezoido-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-semilunare e il legamento mediocarpale palmare uncinato-piramidale. Questi ultimi tre, il legamento mediocarpale palmare capitato-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-semilunare e il legamento mediocarpale palmare uncinato-piramidale si fondono coi fasci più profondi del legamento radio-carpale palmare e del legamento ulno-carpale che li ricoprono.

legamenti mediocarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari mediocarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere dorsalmente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano cinque: il legamento mediocarpale dorsale trapezio-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale trapezoido-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale capitato-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale capitato-semilunare e il legamento mediocarpale dorsale uncinato-piramidale.

legamento mediocarpale collaterale mediale, che origina dalla superficie mediale dell’osso piramidale e si inserisce alla superficie mediale dell’osso uncinato. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente la cavità articolare mediocarpale.

legamento mediocarpale collaterale laterale, che dal tubercolo del navicolare si porta alla superficie laterale dell’osso trapezio. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente la cavità articolare mediocarpale.

Legamenti intercarpali distali

I legamenti intercarpali distali si stabiliscono tra le ossa della fila distale del carpo e contribuiscono a rafforzare la porzione distale della capsula articolare dell’articolazione mediocarpale. Distinguiamo tre tipi di legamenti intercarpali:

legamenti intercarpali interossei, che si tendono tra il margine distale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a separare la cavità articolare carpo-metacarpale dalla cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale interosseo trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale interosseo capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale interosseo capitato-uncinato.

legamenti intercarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale palmare trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale palmare capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale palmare capitato-uncinato.

legamenti intercarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere posteriormante la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale dorsale trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale dorsale capitato-trapezoideo e il legamento intercarpale dorsale capitato-uncinato.

Legamenti carpo-metacarpali

I legamenti carpo-metacarpali si stabiliscono tra ciascuna delle ossa metacarpali e le ossa del carpo che con essa si articolano. Questi legamenti contribuiscono a rafforzare anteriormente la capsula articolare dell’articolazione carpo-metacarpale. Distinguiamo due tipi di legamenti carpo-metacarpali:

legamenti carpo-metacarpali palmari, che dal margine palmare della faccetta articolare carpale dell’osso metacarpale si portano alla superficie palmare delle ossa carpali con cui si articola e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare carpo-metacarpale. Se ne contano cinque, uno per ciascun osso metacarpale. Il legamento carpo-metacarpale palmare del primo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del primo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell’osso trapezio. Il legamento carpo-metacarpale palmare del secondo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del secondo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell’osso trapezio, del trapezoide e del capitato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del terzo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del terzo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell’osso capitato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del quarto osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del quarto osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell’osso capitato e dell’osso uncinato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del quinto osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del quinto osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell’osso uncinato.

legamenti carpo-metacarpali dorsali, che dal margine dorsale della faccetta articolare carpale dell’osso metacarpale si portano alla superficie dorsale delle ossa carpali con cui si articola e contribuiscono a chiudere dorsalmente la cavità articolare carpo-metacarpale. Se ne contano cinque, uno per ciascun osso metacarpale. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del primo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del primo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell’osso trapezio. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del secondo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del secondo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell’osso trapezio, del trapezoide e del capitato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del terzo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del terzo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell’osso capitato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del quarto osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del quarto osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell’osso capitato e dell’osso uncinato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del quinto osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del quinto osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell’osso uncinato.

legamento carpo-metacarpale collaterale mediale, che originando dalla superficie mediale dell’osso uncinato si inserisce alla superficie mediale della base del quinto osso metacarpale. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente l’articolazione carpo-metacarpale.

legamento carpo-metacarpale collaterale laterale, che originando dalla superficie laterale della base del secondo osso metacarpale si inserisce sulla superficie distale dell’osso trapezio. I suoi fasci più prossimali talvolta si fondono con la capsula articolare dell’articolazione carpo-metacarpale laterale. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente l’articolazione carpo-metacarpale.

Approccio intra-articolare

Articolazione del polso

In caso di poliartrite reumatoide o traumatismo, si può sviluppare una capsulite acuta con sintomatologia dolorosa e limitazione funzionale della motilità. Dato che l’articolazione del polso non è continua ma anzi contiene vari setti che la dividono in compartienti separati, l’iniezione non va eseguita in un solo punto ma prevede molteplici zone d’infilitrazione, alle quali si accede attraverso un solo punto d’entrata. La tecnica d’esecuzione prevede che il paziente metta i palmi delle mani verso il basso, con un certo grado di flessione del polso; che si identifichi la parte intermedia del carpo a monte della depressione più profonda dell’uncinato, che si inserisca l’ago nella parte mediana del carpo, infine, che si inietti in differenti punti attraverso i dossi del polso e, se possibile, tra i legamenti e nella capsula. Quindi, l’articolazione va messa a riposo con una stecca fino alla scomparsa del dolore; poi si riprendono esercizi di mobilizzazione dolci. Attenzione: se l’articolazione è gravemente edematosa, può essere necessario utilizzare un ago più lungo per poter raggiungere tutte le aree vicine ed eventualmente bisognerà effettuare molteplici iniezioni in più punti.

Articolazione radiocarpica

L’infiltrazione nell’articolazione radiocarpica è indicata per l’artrosinovite radiocarpica. Il polso deve essere prono e leggermente flesso. Quindi, si identifica la rima articolare tra radio prossimalmente e scafoide/emilunare distalmente. Il sito di iniezione corrisponde allo spazio compreso tra radio, scafoide e semilunare. L’ago va inserito in direzione perpendicolare rispetto al piano della superficie cutanea. Questa medesima area, in caso di artrite reumatoide o degenerativa post-traumatica, può essere impiegata per iniettare anestetici locali.

Articolazione radio-ulnare inferiore

L’articolazione radio-ulnare inferiore può essere oggetto di capsulite cronica o di rottura acuta del menisco. Le patologie in causa sono l’artrosi o la poliartrite reumatoide, o fenomeni traumatici. La sintomatologia è rappresentata da dolore all’estremità dell’avambraccio, sul lato ulnare. Quando il palmo della mano è rivolto verso il basso, l’articolazione si stende per un terzo del polso, appena all’interno del dosseo costituito dall’estremità dell’ulna. Si identifica l’interlinea articolare facendo scorrere uno contro l’altra le estremità del radio e dell’ulna o palpando lo spazio tra il processo stiloide dell’ulna e il piramidale. Il paziente deve trovarsi assiso, con le palme orientate verso il basso. Va identificato il processo stiloideo dell’ulna e si inserisce l’ago appena distalmente allo stiloide, mirando trasversalmente al radio, poi va attraversato il legamento collaterale ulnare per poi penetrare dentro la capsula. Quindi, va iniettata la soluzione in bolo. Successivamente, va raccomandato al paziente il riposo di una settimana, evitando le attività di flessione/deviazione ulnare.

Articolazione trapezio-metacarpale

La terapia infiltrativa in questa zona è indicata nell’artrosi della prima articolazione carpometacarpica. Il polso deve essere prono, quindi si identifica la rima articolare fra trapezio e primo osso metacarpale con leggera trazione. Il sito di iniezione è costituito dallo spazio compreso fra trapezio e primo osso metacarpale circa, al centro dell’articolazione. L’ago va inserito perpendicolarmente rispetto al piano della cute. La rima articolare dee essere identificata attraverso movimenti di flesso-estensione; eventualmente va abdotta la mano o posto in trazione il pollice.

Approccio peri-articolare

Guaina dell’abduttore lungo ed estensore breve del pollice

Questa via di accesso è indicata nella sindrome di De Quervain e nella tendinite dell’abduttore lungo e dell’estensore breve del pollice. Il paziente deve trovarsi in posizione seduta e tenere i gomiti in flessione. I punti di repere sono rappresentati dai tendini dell’abduttore lungo e dell’estensore breve del pollice, i quali formano una guaina sinoviale comune a livello dello stiloide radiale, che costituisce il bordo della tabacchiera anatomica. Quest’ultima rappresenta esattamente il sito di iniezione. L’ago va inserito con un’inclinazione di 25-30° rispetto al piano della cute e va rivolto in direzione prossimale lungo il tendine. Occorre evitare l’infiltrazione in direzione distale, in quanto più dolorosa; inoltre, se si incontra resistenza all’infiltrazione, allo scopo di evitare l’iniezione di farmaco all’interno del tendine, è opportuna la retrazione dell’ago.

Tunnel carpale

Nella sindrome del tunnel carpale oltre all’approccio periarticolare di pertinenza dell’area anatomica della mano (scheda n.11), si può ricorrere all’accesso dal polso. In questo caso, la mano deve essere supina, in estensione. Il punto di repere è costituito dal tendine del muscolo palmare lungo, evidente come il più centrale e superficiale quando il polso è flesso contro resistenza. Il sito di iniezione è rappresentato dal tunnel carpale, in profondità rispetto al legamento trasverso del carpo e alla guaina dei flessori. L’ago, da inserire con un angolo di circa 45° rispetto al piano cutaneo, va diretto distalmente. Per individuare il tendine del muscolo palmare lungo si invita il paziente a flettere il polso.

Canale di Guyon

Per sindrome del canale di Guyon si intende la sindrome compressiva del nervo ulnare a livello del canale di Guyon. Va chiesto al paziente di tenere la mano supina, in estensione. Il punto di repere è costituito dal tendine del muscolo ulnare anteriore. Il canale di Guyomoè rappresentato da un tunnel osteofibroso delimitato dalla depressione fra il pisiforme e l’uncino dell’uncinato e dal legamento piso-uncinato. Il sito di iniezione è costituito dal canale di Guyon: l’ago va inserito in direzione obliqua di 45° rispetto al piano cutaneo, poi rivolto in direzione distale.

Questo video illustra l’infiltrazione del polso in cieco. In questo caso l’impiego della palpazione permette di individuare la zona da infiltrare che si percepisce come un piccolo avvallamento che si individua in maniera più chiara estendendo e piegando il polso.